L’idea di “reumatismo” è di solito legata a due condizioni:
una malattia tonsillare dei bambini, che causava dolori o gonfiori alle articolazioni e costringeva a lunghi e dolorosi cicli di iniezioni di penicillina…oppure a una malattia “dei vecchi”. Non è proprio così.
Le malattie reumatiche, che sono tantissime, si possono dividere in altri sottogruppi.
- Le artriti infiammatorie: (artrite reumatoide, artrite psoriasica, artrite sieronegativa, spondilite), che colpiscono le articolazioni e, in alcuni casi, la colonna, provocando dolore (nelle articolazioni periferiche anche gonfiore) e rigidità progressiva, con il rischio di sviluppare inabilità;
- Le artriti cristalline: gotta, associata a depositi di acido urico, e condrocalcinosi, dovuta a depositi di calcio nelle articolazioni;
- Le connettiviti: dovute ad un’infiammazione dei tessuti muscolari, cutanei, e dei loro annessi; le vasculiti, dovute alla flogosi dei vasi.
L’età di insorgenza è molto variabile, e mentre alcune malattie reumatiche sono tipiche dell’anziano (la polimialgia reumatica fra tutte), numerose possono colpire giovani adulti e, in alcuni casi, bambini e adolescenti.
Quando allarmarsi, insomma?
La presenza di dolori a mani e polsi, piedi e caviglie, ginocchia, spalle, gomiti e schiena (non tutte in contemporanee, ne basta una!), che tende ad essere più forte di notte o al risveglio, dando la sensazione di sentirsi “legati”.
Il gonfiore di un’articolazione, qualunque essa sia; il fatto che il dolore risponda poco agli antiinfiammatori da banco, e tenda a ripresentarsi o peggiorare; la presenza di sintomi come febbre, dimagrimento, stanchezza intensa.
La presenza di psoriasi o familiarità, di malattia infiammatoria intestinale (su tutti, malattia di Crohn e rettocolite ulcerosa) o di fenomeno di Raynaud (vedi newsletter numero 2) associata ai dolori.
Insomma, tutto questo deve indurre il paziente a consultare uno specialista reumatologo, che è l’unico specialista in grado di escludere o confermare la presenza di una malattia reumatica.